L’alba a Dakar è salutata ogni giorno con il richiamo dell’Imam per i fedeli al primo momento di preghiera del giorno.
Ne sento la litania dalla camera dell’albergo come un canto ripetitivo in lontananza.
Così iniziano e così finiscono le giornate per milioni di senegalesi.
Ma la cosa più sorprendente è che in questa città e in questo Paese convivono pacificamente diverse religioni, con prevalenza di musulmani e una corposa comunità cattolica.
Dopo aver fatto colazione – senza dimenticare la frutta! – e aver fatto due chiacchiere con un ragazzo senegalese che vive da dieci anni in Italia e che ormai parla con accento milanese, ci avviamo verso la Scuola, punto di partenza per questa nuova giornata.
L’Ospedale che visiteremo è un ospedale militare, ma qui gli ospedali militari in realtà assistono tutti i cittadini, non sono riservati come in Italia quasi esclusivamente ai militari stessi.
Si trova al centro di Dakar che è totalmente diverso dal quartiere della scuola.
Le case sono diverse, alcune estremamente lussuose, le strade asfaltate prendono il posto delle sterrate, spariscono gradatamente quelle strane aggregazioni di persone lungo le strade che vendono, lavorano, dormono o semplicemente bivaccano.
C’è più ordine, non è infrequente incontrare polizia o carabinieri.
Qui sono concentrati tutti gli edifici istituzionali importanti, la sede del Governo, le ambasciate dei Paesi più importanti del mondo, i Ministeri.
Qui abitano le persone più influenti e ricche di tutto il Paese.