Mariaflora Succu, presidente della cooperativa Libera, ci parla dell’apertura degli HUB vaccinali nel Mugello. Esperienza che ha visto l’infermiere come coordinatore e aggregatore di più professioni e ha permesso, in tempi record, di gestire l’enorme sforzo organizzativo necessario a questa impresa.
Ad oggi sono stati aperti due hub: il primo, quello di Dicomano, nel palazzetto dello sport, in cui ci sono sei linee vaccinali, con possibilità di eseguire fino a 1.080 vaccini al giorno agevolmente, in caso di necessità anche di più.
Il secondo hub, più piccolo, è stato aperto a Scarperia dove si trova l’autodromo del Mugello, con una capienza fino a 360 persone al giorno.
Il terzo HUB aprirà a breve a Firenze nella caserma Redi di Via Venezia: sarà operativo per due giorni a settimana solo la mattina.
L’apertura degli HUB vaccinali in affidamento agli Enti del terzo settore – tra cui le Cooperative Sociali come la Cooperativa Libera – è stata possibile grazie alla sinergia ed alla collaborazione di tutti, dai Presidenti delle Società della Salute, ai Sindaci, alle associazioni di volontariato del territorio, al personale dell’Asl. In questo modo si è potuto raggiungere l’ambizioso ma necessario obiettivo della vaccinazione di larghissime fette di popolazione in poco tempo.
La Cooperativa stessa non avrebbe mai potuto raggiungere questo risultato senza la stretta collaborazione dello Studio Auxilium, in linea col principio della rete Almarei che unisce le due realtà: sinergia per realizzare insieme obiettivi complessi altrimenti impossibili.
“Cos’ha comportato dal punto di vista organizzativo l’apertura di questi hub?”
“L’apertura degli HUB è stata possibile grazie ad un impianto organizzativo che ha liberato gli infermieri dal vincolo dell’esclusività, permettendo alla Cooperativa Libera di reclutare anche sanitari del pubblico impiego”.
“Qual è stato il ruolo dei farmacisti?”
“I farmacisti hanno dovuto attendere una deroga normativa e un accordo nazionale; per poter essere vaccinatori hanno dovuto seguire un corso sia teorico che pratico con il tutoraggio del personale infermieristico ed il rilascio di una attestazione”.
“Chi ha gestito il coordinamento di queste figure?”
“il coordinamento è stato ad opera della Cooperativa Libera e dello Studio Auxilium; le fila organizzative e relazionali sono state tirate dal Direttore Generale della Cooperativa nonchè Presidente dello Studio Auxilium dott. Stefano Chivetti a cui va il grande merito di essere stato il catalizzatore di una “reazione chimica” che in pochi credevano possibile e che invece si è realizzata sotto ai nostri occhi; e no, non è stata una magia, ma il frutto di un impegno personale e professionale a 360 gradi”.
“Quali sono state le criticità?”
“Le criticità sono state tante, una delle principali è stata il tempo. Perché da una parte hai una macchina politica che va in una direzione e ha degli obbiettivi ben precisi, dall’altra ci sono le persone che devono realizzare fattivamenti quegli obiettivi che devono superare i normali tempi tecnici di realizzazione di ogni singolo step: è stata una vera e propria corsa contro il tempo”.
La seconda criticità è stata quella di mettere in piedi per la prima volta una complessa organizzazione senza avere nessuna esperienza né identica né simile dalla quale prendere spunto; questo ci ha portato a dover “reagire al contesto” in modo veloce e ripetuto nel tempo, fino a raggiungere l’organizzazione più efficace e fluida possibile.
L’apertura del secondo HUB è stata estremamente più semplice, avendo già il bagaglio esperienziale del primo HUB.
“Quali sono state le competenze necessarie dal punto di vista dell’infermiere?”
L’infermiere ha nel suo DNA formativo ed esperienziale la capacità di riunire più professioni, quindi di riuscire a fare un lavoro di squadra; di norma questo lavoro lo fa mettendo al centro il paziente.
Nel caso degli HUB l’attività di coagulazione di competenze ed energie è stata messa in atto intorno al cittadino”.
“Come è stata l’esperienza congiunta tra infermieri del privato e infermieri del pubblico impiego?”
“Si è trattato di una esperienza molto positiva, c’è stata tantissima disponibilità da parte di tutti i colleghi, molto spesso chiamati ad intervenire in tempi rapidi per evitare qualsiasi disservizio ai cittadini; nell’hub si respira un’aria di collaborazione e di grande entusiasmo.
Potrei definirli HUB sorridenti, perché è così che abbiamo accolto le persone che responsabilmente hanno scelto di vaccinarsi da noi”