Mi chiamo Benedetta.
Ho frequentato l’Università di Firenze con polo distaccato di Pistoia dal 2014 e mi sono laureata nel 2018. Associata da Gennaio 2021 allo Studio Auxilium.
Lavoro nei cantieri autostradali, in carcere e in casa famiglia.
Perché infermiera: sogno fin da bambina di fare l’infermiera grazie all’esperienza e ai racconti di mio nonno, anche lui infermiere. È stato lui a trasmettermi la passione per questa professione. Una scelta fortemente voluta; l’università ha rappresentato per me non solo un percorso formativo ma anche una crescita personale sia per l’impegno che richiede che per la realtà lavorativa che ti viene prospettata durante i tirocini.
Quale obiettivo avevo dopo la laurea? L’università prospetta principalmente la carriera ospedaliera in ambito pubblico. La cosa che ho sempre cercato è un posto lavorativo in cui avessi un ruolo attivo nella professione, perciò il mio obiettivo non era tanto il pubblico ma un posto che mi permettesse di assumere un ruolo proattivo.
Mi sono chiesta se fare l’infermiera fosse veramente lavorare in azienda ospedaliera o se ci fossero altri tipi di realtà lavorative in cui avere un ruolo infermieristico al 100%. Per questo mi sono trovata a fare un’esperienza all’estero: dopo un colloquio effettuato a ottobre 2018, a novembre ho iniziato un corso di lingua tedesca fino a luglio in cui ho firmato un contratto a tempo indeterminato con la clinica universitaria di Düsseldorf.
Sono venuta a contatto con una realtà culturale e professionale diversa dalla nostra. Ho conosciuto molte persone tra cui i miei compagni di corso di lingua. Da un punto di vista professionale lavoravo in subintensiva cardiologica: il rapporto infermiere-paziente era 1 a 1. Aspetti positivi: sono molto attenti allo stress. Aspetti negativi: in Germania c’è il mansionario e non esiste l’università infermieristica ma la Scuola infermieri.
Molti protocolli e linee guida sono delineate dalle stesse cliniche e alcuni non rispecchiano le linee guida internazionali. Da un punto di vista personale è difficile trovare un rapporto di intesa con i colleghi. La scelta di rientrare è stata dettata anche dall’importanza che do alla comunicazione, e che in Italia mi era permesso avere. Come ho trovato Studio Auxilium? Grazie ad alcuni colleghi.
Ho conosciuto una realtà che mi calza appieno e in cui riesco ad avere quel ruolo attivo tanto voluto. L’attenzione alla competenza e alla formazione di ogni associato è fantastica; la disponibilità dei colleghi associati allo studio è un punto di forza incredibile. Sei all’interno di una squadra di professionisti.
Non sei forza lavoro.
A chi esce dall’università consiglio di valutare con attenzione le realtà in cui inserirsi: non sono tutte uguali e alcune ti permettono di crescere professionalmente, all’interno di un ambiente che stimola la tua voglia di crescere e tiene conto delle tue necessità come persona.
